martedì 23 febbraio 2021

RECENSIONE: AL TUO RITORNO - PENELOPE WARD


Titolo: Al tuo ritorno 

Autrice: Penelope Ward
 
Casa Editrice: always Publishing
 
Data di pubblicazione:
 
Pagine
 
TRAMA:
 
Un’estate da sogno, un amore segreto nato tra due ragazzi che non possono stare insieme, una bugia che li divide.
Anni dopo, il destino riporta Gavin e Raven nella stessa casa. Tutto è cambiato.
Tranne il loro amore.
A vent’anni, la giovane Raven trova un lavoro per l’estate presso una delle famiglie più ricche di Palm Beach, i Masterson.
Così, frequentando la loro lussuosa villa, conosce il figlio maggiore dei suoi datori di lavoro: Gavin è intelligente, affascinante e con una spiccata vena ribelle.
Sin dal primo incontro con Raven, per lui scocca una scintilla. Persino correndo il rischio di essere diseredato da una madre oberante, Gavin si innamora perdutamente di Raven, della sua vivacità e della sua autenticità.
Per un’estate indimenticabile, i due giovani sfidano il mondo intorno a loro pur di vivere il sogno del primo amore, un amore impossibile.
Dieci anni dopo, Raven è ancora a Palm Beach. Da infermiera professionista, viene di nuovo assunta nella villa dei Masterson.
Tutto sembra tornato esattamente come dieci anni prima, eccetto per Gavin, che adesso è un imprenditore di successo e vive lontano dalla sua famiglia, sull’altra sponda dell’oceano. Ma un giorno anche Gavin Masterson piomba alla villa di Palm Beach. E Raven non è preparata al ritorno del suo primo amore, né al rancore che lui nutre per lei dopo il modo rovinoso in cui ha messo fine alla loro storia.
Ormai le circostanze sono diverse, Gavin e Raven conducono due vite molto distanti e sembra sia giunto il momento per entrambi di fare i conti con un capitolo doloroso del passato e chiuderlo.
 
Cosa penso:
 

Io e Penelope Ward non siamo mai andate particolarmente d’accordo, ho apprezzato giusto un paio di libri scritti da lei, i primissimi arrivati in Italia, l’apprezzo inoltre quando scrive a quattro mani con Vi Keeland, ma il più delle volte, quando scrive da sola non mi piace. E mi dispiace da morire, perché lei è uno dei nomi più noti ed influenti nel panorama del romance internazionale e la maggior parte delle lettrici l’adorano e attendono con ansia i suoi romanzi, io invece sono il solito bastian contrario. 
Mi sono confrontata spesso con lettrici che la amano, lettrici che ogni volta che recensisco un suo romanzo a cui assegno un punteggio sotto le tre stelle mi scrivono basite e scioccate, sempre con rispetto, chiedendomi com’è possibile che io non ami questa autrice? E la mia risposta è sempre la stessa: “Probabilmente tra di noi non è scattate la scintilla”. 
Un autrice, che stimo molto, mi ha anche consigliato di provare a leggerla in lingua, nel caso in cui il problema fosse la traduzione e lo avrei fatto se non fosse che a portare in Italia Penelope Ward, questa volta, non sia stata la solita casa editrice, che ha pubblicato la maggior parte dei suoi romanzi, ma la Always Publishing, una delle mie case editrici preferite, ha pubblicato il suo ultimo romanzo; “Al tuo ritorno”.
Ho pensato che fosse l’occasione perfetta per dare un altra possibilità a Penelope Ward, “ O la va o la spacca”, mi sono detta e quindi mi sono buttata, ma purtroppo anche questa volta non è andata bene, perché ho trovato anche in questo libro tutti quegli elementi, tipici dei romanzi di questa autrice, che mi fanno sempre storcere il naso  e sono giunta quindi alla conclusione che il problema non è la traduzione, non è l’editing, ma il mio problema è proprio lei come autrice. 
Non posso girarci tanto intorno, tanto vale dirlo a chiare lettere a me Penelope Ward non piace, ha uno stile di scrittura che non mi prende e mi dispiace, forse questa volta mi dispiace ancora più del solito, perché ero convinta che mi sarebbe piaciuto il suo ultimo libro arrivato in Italia.  Mi ero avvicinata a questa lettura con grande entusiasmo, avevo abbandonato tutti i miei soliti pregiudizi, ero pronta a lasciarmi travolgere da una storia second chance, di quelle che piacciono tanto a me. Ma invece nulla, l’ho letto fino in fondo come sempre, perché le sue trame le trovo anche intriganti da un certo punto di vista e sono sempre curiosa di sapere come la storia prosegue, così in una manciata ore in una fredda domenica pomeriggio di febbraio l’ ho letto tutto d’ un fiato, ma non mi ha lasciato nulla. Non mi fatto provare nulla. 
Sono stata appiccicata al Kindle tutta la domenica, in attesa del battito accelerato, della stretta allo stomaco, ma niente non ho sentito alcun brivido corrermi lungo la colonna vertebrale, non ho sentito il cuore tamburellare nel petto... il nulla cosmico ragazzi.  
E questo è il grande problema che ho Penelope Ward; a me non emoziona. 
L’angst che per me è l’ingrediente fondamentale che rende un romanzo un buon romanzo è del tutto assente tra queste pagine e questo non mi permette di provare emozioni travolgenti e sconquassanti, ma la mancanza di angst, in genere, non è sufficiente per farmi bocciare un romanzo o bollare un autrice con una X rossa sopra. Spessissimo leggo romanzi dove l’angst è assente e sì, il mio voto non è alto in quei casi, ma spesso nemmeno bocciato con meno di tre stelle.
Il grossissimo problema della Ward per me sono i personaggi, in modo particolare quelli maschili, che non mi fanno battere forte il cuore nelle scene più romantiche e non mi fanno innamorare e questa per me è una preoccupante costante con questa autrice. 
Con i suoi personaggi non riesco ad entrare in sintonia. O meglio mi correggo; le sue protagoniste femminili spesso mi piacciono, hanno carattere da vendere e sono forti, proprio come Raven, la protagonista di “Al tuo ritorno”. 
Il problema sono i protagonisti maschili e questo è stranissimo, perché io mi innamoro del protagonista di turno ad ogni romanzo che leggo, ma non se il personaggio nasce dalla penna della Word, in quel caso mi passa la poesia, la vena romantica e l’ormone si assopisce come un orso nella stagione del letargo. 
Il motivo principale sta nel fatto che i suoi personaggi maschili li trovo troppo femminili, come se si intuisse che sono creati dalla mente di una donna. Non so se solo io ho questa sensazione, ma mi capita sempre, ogni volta. 
Loro parlano, pensano, agiscono come farebbe una donna e questa è una doccia fredda per i miei ormoni, che si prendono cotte continue e costanti. 
Questa sensazione sgradevole l’ho avuta anche con Gavin, avrei voluto vederlo più stronzo nei confronti di Raven, mi sarebbe piaciuto che la trattasse un po’ male, ma non perché mi piacciono gli uomini che maltrattano le donne, ma perché Gavin è un uomo ferito ed essere un po’ arrabbiato mi sembra il minimo, ma lui con il suo atteggiamento sempre gentile, anche quando dovrebbe essere scontroso e incazzoso me lo fa sembrare completamente senza carattere e non mi ha per regalato quel brivido di emozione e quell’angst che tanto amo nei romanzi rosa. 
 
Non voglio dilungarmi troppo in questa recensione quindi è giunto il momento delle mie conclusioni. 
Per me il romanzo è bocciato e mi dispiace perché sarebbe stata una storia dal grande potenziale che avrei sicuramente gradito, ma non per questo vi sconsiglio questa lettura, so che il problema con Penelope Ward è solo mio, quindi leggete questo libro perché sono certa che vi piacerà. Per quanto riguarda me, traccio una bella X rossa sul nome di questa autrice, le ho già concesso parecchie possibilità, ma a quanto pare tra di noi non c’è storia. 
Il mio voto:


 

1 commento:

  1. Oh mi dispiace tanto per questa delusione. Io ho letto questo libro e invece mi è piaciuto, non da dargli cinque stelle ma mi è piaciuto comunque.
    La lettura è molto soggettiva non è colpa di nessuno, penso che farai meglio a concentrarti su autrici che invece ti piacciono di più

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