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venerdì 5 febbraio 2016

RECENSIONE: BIG APPLE - MARION SEALS

Titolo: Big Apple

Serie: Living NY

Autrice: Marion Seals

Casa Editrice: Self-Publishing

Pagine:

Trama:


Dora e Lex. Assistente personale e grande capo. Giovane e ambiziosa, lei, miliardario e casanova, lui. 
Sì, avete ragione, gli stereotipi ci sono tutti, e… no, non è un romance come quelli che avete letto finora. 
“Mi chiamo Dora Monroe, ho venticinque anni e vivo a New York. Che culo, direte voi. Vivo nella parte brutta di New York: il Bronx.” 

Fedora Monroe, per gli amici Dora, originaria del Connecticut, lavora in una famosa casa editrice della Grande Mela, come assistente personale del proprietario, in attesa della grande occasione. 
Speravo di farmi notare abbastanza in fretta, ma dopo ben 743 giorni – sì, avete letto bene, SETTE-CENTO-QUARANTA-TRE, li ho contati – ancora nessuno si è inginocchiato ai miei piedi per supplicarmi di correggere le bozze di chicchessia. Chi dovrebbe promuovermi? Il mio capo, ovviamente. Chi è il mio capo?” 
Alexander Maximilian Stenton III, rampollo di una delle famiglie più ricche e in vista degli Stati Uniti, tanto bello e intelligente, quanto presuntuoso e dispotico. 
“Il mio nome è Alexander Maximilian Stenton III, ma gli amici mi chiamano Lex e la ragione non me la ricordo più. Nasco in una famiglia alto-borghese, con infiltrazioni nobili da parte di madre. La mia bisnonna sposò un conte e questo fa di noi i privilegiati tra i privilegiati. Ovvio che non conterebbe un cazzo se non fossimo anche schifosamente ricchi.” 
Ecco che, quando il romanzo di un’autrice di punta della casa editrice rischia di non essere pubblicato nei tempi previsti, Dora ha la possibilità di fare ciò per cui è nata: l'editor. 

Da qui, complice un segreto professionale che se rivelato farebbe perdere milioni di dollari, le vicende di Dora e Lex si intrecceranno in un incastro (im)perfetto di emozioni: litigate, sesso sfrenato e un’antipatia reciproca saranno gli elementi costanti del loro rapporto. 
A tutto questo si aggiungeranno le vicende dei loro amici e conoscenti che, tra situazioni pericolose e imprevisti comici, faranno da sfondo a un legame che andrà crescendo di giorno in giorno a dispetto dei due protagonisti. 

Riusciranno Dora e Lex, così in apparenza inconciliabili, a trovare un punto di incontro? O il loro orgoglio e la diffidenza reciproca li allontaneranno per sempre? 

Il primo capitolo di una nuova serie, autoconclusivo. 


Cosa Penso:


«Non è necessario che venga Roger, posso benissimo arrivare da sola.»
Pausa dall’altra parte e un profondo respiro. «Certo che potresti, mai messo
in dubbio, però mi farebbe piacere non dovermi preoccupare delle tue chiappe,
almeno per questa sera.»
«È tenera sollecitudine per me quella che sento nella tua voce Lex?» Adoro 
provocarlo, ultimamente è una delle cose che mi dà più soddisfazione. Be’… quella e un altro paio di cose, delle quali non vi parlerò per pudore. «Certo, hai poco tempo per consegnare il lavoro e non vorrei ti fosse impedito perché sei in trazione in ospedale o peggio. Non mi piace che tu vada in giro da sola con quei teppisti in agguato. Punto. Io sono il capo e non si discute. Un’ultima cosa: portati spazzolino, 
camicia da notte e un cambio. Questa notte restiamo a casa mia. Potremmo
fare tardi e sono troppo stanco per pensare di tornare nel Bronx.»
«Sissignore! Agli ordini, signore. Di’ a Roger che sarò pronta per le 20.00. E… 
dimmi Lex, in casa tua ci sono il materasso ad acqua e gli specchi sul 
soffitto?»
«No.»
«Una stanza dei giochi con vari attrezzi sadomaso vibranti?»
«No.»
«Almeno hai intenzione di sculacciarmi? Altrimenti mi crolla proprio un mito.»
«No.»
«Mi deludi, ma me ne farò una ragione»
dico sospirando.
«Però ho una vasca idromassaggio enorme e intendo scoparti lì dentro per buona parte della giornata di domani. A dopo Fedora» e chiude la comunicazione.

Big apple” è il primo capitolo della serie Living NY di Marion Seals, l’ho scoperto per puro caso su amazon durante uno dei tanti giretti esplorativi alla disperata ricerca di qualcosa da leggere.
Attratta inizialmente dalla cover accattivante, dal prezzo competitivo subito dopo e infine dalle splendide recensioni ho scaricato immediatamente l’estratto per capire se fosse il caso di acquistarlo o meno. Vi dico solo che non sono neanche arrivata in fondo all’estratto che avevo già cliccato sul tastino Acquista subito con un click! Insomma questo libro doveva essere mio!

C’è solo una parola che posso usare per descrivere “Big Apple”, e la parola è spasso. Questo romanzo è un autentico spasso, ragazzi.
Frizzante, divertente e si anche romantico, bollente e in alcuni punti molto commovente. È una storia davvero unica nel suo genere e sono certa che ne rimarrete piacevolmente stupiti.
Leggendo la trama si può erroneamente pensare di trovarsi davanti alla solita storia sentita e risentita che rispecchia tutti i più classici clichè del caso: protagonista ingenua ed insipida e totalmente inesperta, e ricco miliardario arrogante e saccente che perde la testa per lei. Niente di più sbagliato, non fatevi ingannare dalle apparenza perché non è affatto così.

Questa è la storia di Fedora Monroe – ma chiamatela semplicemente Dora se avete cara la pelle, e Alexander Maximilian Stenton III – nome pomposo e altisonante, è semplicemente Lex per gli amici!
Il grande sogno di Dora è quello di diventare una editor di successo, per questo si è trasferita a nella Grande Mela.
Da due anni lavora in una casa editrice di successo, e se pensate che abbia realizzato il suo grande sogno siete fuori strada perchè lei non edita romanzi, ma è l’assistente personale del grande capo. Prendere appuntamenti, rispondere alle telefonate e portare sbobbe di caffè turco oltre che occuparsi dei regali delle numerose amanti del boss, sono le sue mansioni. E svolge queste compiti in modo professionale e diligente da ben settecentoquarantatre giorni. Da poco più di due anni si impegna duramente nel suo lavoro e non ha mai ottenuto uno straccio di promozione, tutto ciò perché Dora non si è mai abbassata a leccare il culo al grande capo dell’impero, come invece hanno fatto altri suoi colleghi molto meno qualificati di lei.