Autore: Saffron A. Kent
Casa Editrice: Hope Edizioni
Data di pubblicazione: 23 febbraio
2021
TRAMA:
Lui era un artista. Lei era la sua
musa.
Per tutti in città, abel adams era la
progenie del diavolo, un ragazzo che non sarebbe mai dovuto nascere. Un mostro.
Per la dodicenne evie hart, era
soltanto un ragazzo con capelli dorati, magliette morbide e una macchina
fotografica. Un ragazzo che amava scattarle fotografie e portarle di nascosto
cioccolatini, prima di cena. Un ragazzo che la faceva sentire speciale.
Nonostante gli avvertimenti della sua
famiglia, evie lo ha amato in segreto per sei anni. Si sono incontrati in aule
vuote e si sono baciati nei ripostigli bui della chiesa.
Finché non hanno più potuto farlo.
Finché è giunto il momento di scegliere
tra l’amore e la famiglia, ed evie ha scelto abel, perché il loro amore valeva
quel rischio.
Il loro amore era leggendario.
Le leggende, però, raccontano di
scelte, ma anche di errori. E per abel ed evie, l’artista e la musa, questi
errori arriveranno sotto forma di luci, videocamere e sesso.
Faccio molta fatica a parlarvi di questo romanzo, perché non riesco a capire se mi
è piaciuto o meno. Ho lasciato passare qualche settimana
dalla lettura, forse addirittura un mesetto, mi sono presa del tempo per
metabolizzare la storia, ma ancora non ho le idee perfettamente chiare, perché alcuni
elementi mi sono piaciuti moltissimo, altri per niente e quindi spero di
riuscire a capire alla fine della mia recensione con voi quale voto dare al
romanzo.
"Gods & Monsters" è una
storia che copre un lungo periodo temporale, Evie, la protagonista femminile,
la conosciamo per la prima volta quando ha dodici anni e seguiamo le sue
vicende fino a quando di anni ne ha diciotto. La vediamo crescere, maturare e
cambiare sotto i nostri occhi, ma soprattutto la vediamo
innamorarsi di Abel Adams.
Abel per la piccola e bigotta cittadina in cui il romanzo è ambientato
è il figlio del demonio, un abominio che mai sarebbe dovuto venire al mondo, il
tutto perché i suoi genitori erano legati da un
rapporto di parentela, erano cugini cresciuti in una famiglia disfunzionale, si
sono innamorati quando erano due ragazzini e hanno messo al mondo un figlio:
Abel.
Per tutti Abel Adams è il bambino-mostro, per tutti tranne
che per Evie. Lei, infatti, fin dal primo istante ne è del tutto affascinata,
perché Abel Adams non è affatto un mostro, ma
un ragazzino poco più grande di lei, con i capelli dorati e gli occhi dello
stesso colore dello sciroppo d'acero.
Ma come mai tutto ciò a cui riesco a pensare è che non ha affatto l’aspetto di un mostro? No. Per niente. Sembra solo, seduto lì con la mascella tutta contratta, mentre la gente lo fissa, e tutto ciò che voglio fare è andarmi a sedere vicino a lui.
Tra loro nasce un amicizia speciale che nessuno deve
scoprire, ma nel giro di poco tempo quell'amicizia cambia e si trasforma in un
sentimento molto più profondo, ma che ancora deve rimanere segreto e cosi si
nascondono nella casetta sull'albero dalle pareti gialli di Evie, nelle aule
vuote della scuola o nello sgabuzzino della chiesa prima della messa dove si scambiano baci infuocati.
Tuttavia, la cittadina in cui vivono è piccola e il loro segreto
non è destinato a restare tale per sempre.
Evie, così, deve
scegliere: Abel o la sua famiglia?
L'amore della sua vita, oppure una famiglia che non l'ha mai
compresa e sostenuta?
La scelta è in realtà è banale e scontata, ma nonostante il loro amore sia una favola romantica i problemi d'affrontare sono tanti, ci riusciranno o rimarranno schiacciati
sotto le macerie di un amore complesso?
Mi ha abbastanza confusa questo romanzo perché nella prima metà mi ero
fatta una certa idea sulla storia.
Una storia d'amore impossibile tra due
giovani che si amano fin da quando erano bambini.
Evie è la principessina della città: suo
padre è quello che possiede la fattoria più bella e sua madre è l'organizzatrice
degli eventi parrocchiani e da sempre Evie ha tutti gli occhi puntati addosso.
Sua madre pretende da lei un
certo rigore e quando Evie si comporta male o semplicemente da dodicenne viene
picchiata, riempita di lividi e suo padre non muove un dito per aiutarla.
Ho odiato profondamente entrambi i suoi genitori.
Sua madre perché è una
stronza senza cuore e suo padre perché è un
vigliacco della specie peggiore.
La piccola città dove si svolge la prima parte del romanzo é
una cittadina di provincia, dove gli abitanti sono bigotti e finti perbenisti.
Si proclamano credenti, pregano Dio, vanno a messa tutte le domeniche e frequentano la parrocchia regolarmente, eppure
quando si tratta di etichettare un ragazzino come mostro, escluderlo dalla vita
sociale per colpa delle scelte dei suoi genitori, facendolo sentire profondamente e intrinsecamente sbagliato nessuno si tira indietro,
neppure il prete spreca una buona parola per lui. E non sto nemmeno a
menzionare la sofferenza e il dolore e a
tutti i problemi che atteggiamenti di questo tipo possono creare ad un
adolescente.
la rabbia che ho provato per il mondo in cui Abel viene trattato mi ha infiammato il petto e mi sarebbe piaciuto entrare nella storia per difenderlo e prenderlo sotto la mia ala protettiva.
Fino a questo punto della storia credevo di amare questo
romanzo, ero certa sarebbe entrato nella best of dell' anno, perché Abel ed
Evie con la loro storia complicata mi erano entrati nel cuore e avrei voluto
stringerli forte entrambi. La loro storia mi aveva davvero colpita e toccata
profondamente. Ho tifato per loro, ho sperato che Abel e la sua Pixie - come
lui chiama Evie - potessero davvero essere felici e ho quasi creduto avessero
raggiunto il loro obiettivo, ma nella seconda metà del romanzo tutto cambia e
la storia assume una connotazione che non mi aspettavo affatto e che mi ha
lasciato perplessa, perché l’autrice passa dal trattare la tematica dei problemi
familiari, degli atteggiamenti ipocriti che spesso può avere la chiesa ( e lo
dico con tutto il dovuto rispetto nei confronti di tutti credenti che
leggeranno queste parole), al tema della pornografia come valvola di sfogo.
Non sono una bigotta e non giudico male i film porno, chi li
guarda e chi li fa, ma qui viene utilizzata come strumento per sfogare tutte le
cattiverie subite negli anni e crea un divario
immenso tra i due protagonisti. E onestamente non ho apprezzato affatto la piega che l'autrice da a questa seconda parte del romanzo, non voglio entrare nel dettaglio di quello che
accade, se decidete di leggere il libro lo scoprirete, ma mi ha fatto
storcere il naso perché ho una visione
romantica dell'amore e per me alcune cose sono inconcepibili in una relazione stabile a due.
Se nella prima parte della storia Abel mi era piaciuto,
nella seconda scende in picchiata e la colpa è tutta della rabbia che si porta dentro,
che alla lunga lo porta a rovinare il suo rapporto con la sua ragazza. Anche se
devo ammettere che sul finale l’autrice si è fatta perdonare alla grande.
Forse sono stata un po' criptica nella mia recensione, ma
capirete a cosa mi riferisco quando leggerete il romanzo.
Nonostante alcuni elementi non li ho proprio apprezzati devo
dire che l'autrice scrive davvero molto bene ed è riuscita a coinvolgermi. Quella che troviamo tra
queste pagine, è una storia particolare e nonostante le mie perplessità credo
vada letta, perché credo che in tanti possano amare questa storia.
Onestamente non so bene che voto dare al romanzo, ma credo
che il voto giusto siano 3 stelle, una storia carina che mi ha lasciato qualche
perplessità, ma nel complesso caldamente consigliata.
Il mio voto:
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