Parliamo di uno Splendido disastro il Film.
Non avrei voluto scrivere questa recensione. No, non avrei
proprio voluto. Io non sono un esperta di cinema e confesso; io i film non li
amo tanto.
Credo di essere una delle poche persone al mondo a non aver mai
visto i grandi classici del cinema, sia quelli di vecchia generazione che
quelli più nuovi. I film, che siano polpettoni o meno, hanno su di me un
effetto terribilmente soporifero e mi addormento all’istante, anche al cinema
e, confesso senza vergogna, che mi è anche capitato più di una volta di russare
in una sala gremita di persone. Non è un caso se il mio fidanzato si vergogna a
venire al cinema con me.
Io mi addormento, russo, e lui passa il tempo a darmi
gomitate.
Io mi arrabbio perché mi sveglia e finiamo per litigare.
Ogni. Dannata. Volta.
Per il benessere della nostra relazione abbiamo capito che
per noi il cinema non funziona e, niente, non ci andiamo più insieme. Le uniche cose che guardo senza cedere al sonno sono serie
tv, di cui faccio scorpacciate e, aimè, i film tratti dai libri che ho amato,
anche se nove volte su dieci sono delle ciofeche pazzesche che mi deludono
parecchio e mi fanno anche arrabbiare. E Uno splendido disastro è solo l’ultimo
film tratto da un libro che ho visto e dire che sono delusa non rende
abbastanza l’idea, perché definire questo film una ciofeca è fargli un
complimento.
Non so come l’autrice del romanzo, Jamie McGuire, abbia
potuto permettere una cosa del genere, ma se è vero che una volta venduti i
diritti lei non può più vantare pretese, io mi sarei quanto meno rifiutata di
pubblicizzarlo e sarei andata a nascondermi in un angolino dandomi dell’idiota
per aver ceduto i diritti del mio libro.
Ma andiamo con ordine.
Fin dai primissimi istanti in cui l’autrice ha iniziato a
pubblicizzare l’uscita del film e hanno iniziato a girare sul web i primi video
teaser e i vari trailer mi sono resa conto che qualcosa non andava e non mi
riferisco al fatto che i personaggi scelti per il film sono molto diversi da
quelli che mi ero immaginata io leggendo, ma del fatto che il regista ha
dato al film una connotazione fortemente comica. Quello che mi aveva fatto capire che questo film
sarebbe stata una scandentissima pellicola di serie B è che la comicità
presente non è affatto sottile e divertente, ma assume tinte quasi grottesche,
con scene assurdamente pompate, con situazioni del tutto irrealistiche che non
fanno ridere nessuno.
ecco se devo cercare un termine per definirlo direi che demenziale calza a pennelo.
E se c’è una cosa che proprio non mi piace è la comicità demenziale e la
odio soprattutto se messa un po' a caso nella trasposizione cinematografia di
un libro che di comico non ha assolutamente nulla.
Eh già, notizia flash, per chi ancora non lo sapesse:
“Uno splendido disastro” non è una storia comica, ma al contrario il romanzo
potrebbe essere definito e categorizzato come teen dramma; in quanto sia Abby
che Travis hanno passati complicati e dolorosi che condizionano il loro
presente; Abby si allontana dalla città dove è cresciuta per mettere diversi km
di distanza da suo padre, che da quando è solo una bambina la usa per tirarsi
fuori dai guai. Mentre Travis soffre ancora per la perdita di sua mamma, che
anche se è mancata quando era appena un bambino, ne soffre ancora e la sua
tragedia familiare lo ha terribilmente segnato e lo rendendolo il ragazzo
impulsivo e casanova che è oggi.
Travis e Abby sono due ragazzi che si trovano per caso,
nessuno dei due vuole innamorarsi dell’altro, eppure succede con una semplicità
disarmante e assistiamo al tormento di Abby, che è terribilmente spaventata,
perché lui rappresenta tutto quello da cui è fuggita: la lotta clandestina, il
gioco d’azzardo e le serate poker con la famiglia, l’alcol e il sesso promiscuo
che caratterizzano tutte le serata di Travis.
Abby cerca in tutti i modi di fuggire, tenendolo a distanza
con continui litigi senza senso, uscendo con Parker, che per quanto può stare
antipatico non è un emerito idiota come lo ha dipinto il regista del film, ma
che di certo non si merita il trattamento di Abby.
Nel romanzo Abby è odiosa, non conosco nemmeno un
lettore che abbia tessuto le lodi di questo personaggio nelle recensioni o che
l’abbia anche solo apprezzata in parte. Lei da semplicemente sui nervi per il
solo fatto di esistere, le sue scelte sbagliate, spesso immature, e che hanno
tenuto Travis sulle spine e calpestato i suoi sentimenti senza pietà fanno
innervosire e la rendono decisamente detestabile.
Travis Maddox, invece, è il classico bad boy che conquista.
E io sono particolarmente affezionata a questo
personaggio, perché lui per me è un po' come il primo grande amore, quello che
non si scorda mai ed è quello che per anni e anni è stato messo a confronto con
ogni singolo personaggio maschile che incontravo nei libri, perché Travis mi aveva conquistata e mi ha stesa senza
possibilità di appello.
Lui è il più classico dei bad boy tutto tatuaggi e sesso
sfrenato, ha fatto a brandelli i cuori dell’intero corpo studentesco femminile,
e quando gli capita a tiro la sola ragazza che non lo desidera, ecco, che fa di
tutto per conquistarla e farla sua e non molla finchè lei non cede e fa
capitolare anche i lettori, ve lo garantisco. Ma il Travis Maddox che
troviamo nel film è un buffone della specie peggiore. Onestamente non ho
trovato nulla di vagamente sexy in lui e che lasciasse intendere la sua indole
da sciupafemmine e bad boy arrogante e aggressivo. Se ripenso alcune scene del
film mi viene addirittura da rabbrividire per il modo in cui questo personaggio
è stato modificato nella pellicola.
Infine, la love story tratteggiata nel romanzo della McGuire è di
quelle che fanno battere i cuori a non finire. Una di quelle storie che tiene con il fiato sospeso fino
alla fine, perchè quello tra i due personaggi può essere scambiato per un
rapporto malato, distruttivo e soffocante, un rapporto che fa un passo avanti e
mille indietro facendo togliere il sonno al lettore, ma in realtà la storia tra
Abby e Travis è davvero romantica e dolcissima.
Nel film, invece, manca tutta la parte romance, non viene
mostrato come i due personaggi imparano a conoscersi e innamorarsi mentre Abby
vive sotto lo stesso tetto di Travis. Non ci vengono mostrate le meravigliose
dichiarazioni d’amore di Travis nel corridoio della Morgan, quando finalmente
conquista la sua Abby togliendola dalle braccia di Parker. Non ci vengono
mostrati i litigi che hanno causato mal di pancia ai lettori, che hanno fatto
le ore piccole con il naso immerso nella carta stampata.
No, tutto questo manca ed è semplicemente tremendo.
Non avrei voluto commentare la parte che riguarda Las Vegas, perché
è stata inventata di sana pianta dal regista e non ho molto da dire se non che è un grande e grosso NO. È ovvio che in una trasposizione
cinematografica non siano presenti tutte le scene del libro, ed è altrettanto
ovvio che alcune scene vengano riadattate lievemente per rendere la
pellicola più scorrevole e meno macchinosa, ma qui hanno modificato interamente
il libro, cambiando anche alcuni dei tratti salienti della storia.
Ero pronta ad una delusione.
Ero davvero
preparata, ma non ero pronta a trovare un oscenità simile.
Io mi aspettavo di trovare un film che fosse una commedia
romantica, ma qui di romantico non c’è praticamente nulla, ma solo tanta
idiozia che non fa ridere nessuno, ma che fa piangere gli amanti del libro.
La cosa che mi dispiace di più è che le persone che non
amano la lettura, ma che guardano i film anziché i libri avranno una pessima
idea della storia narrata e di certo non avranno voglia di leggere anche il
romanzo e probabilmente penseranno che noi lettori siamo un pò toccati per aver tessuto lodi di una storia che è cacata pazzesca.
Quindi, se posso dare un consiglio, non basatevi sul film,
ma date una possibilità al romanzo, perché sono sicura che vi farà sognare ad
occhi aperti.
Fidavi di una lettrice che ha amato tanto Travis Maddox e un po'
meno Abby Aberntahy, anche se i due funzionano alla grande sulla carta stampata.
Fidatevi di me.
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